• La Gallina Boffa - Storia di una riscoperta

    Si pensava fosse estinta, invece l'abbiamo ritrovata. Ecco da dove riparte la sua storia.

  • Oltre tre secoli di storia

    La Boffa è una razza senz'altro antica, vecchia di secoli. Ma cosa abbiamo scoperto sulle sue origini?

  • Caratteristiche

    Quali sono le carateristiche peculiari di questa razza? Scopriamole insieme

  • Allevamento

    La Boffa è una razza molto rustica, perfetta per un piccolo allevamento familiare

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    Scarica documentazione storica e altro materiale inerenti alla Boffa e alle razze avicole venete

domenica 20 novembre 2011

Boffe al pascolo - le nebbie di novembre

Qualche scatto dei giorni scorsi, con le Boffe al pascolo nel frutteto nelle prime nebbie di novembre. Alla prossima!






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venerdì 18 novembre 2011

Boffa - nuove foto dal passato recente della razza.

Gallo di Boffa, anno 1998, foto Marco Bindocci.

Nei giorni scorsi ho ricevuto da Marco Bindocci, l'amico che mi ha aiutato in questi anni a identificare il ceppo principale della Boffa, alcune foto risalenti agli anni '90 e ai primi anni del 2000 riguardanti la nostra razza.

le prime immagini ci mostrano due animali, un gallo e una gallina, entrambi dotati in qualche misura del famoso gene di diluizione. Il dorso del gallo si presenta quasi candido, e contrasta col rosso della mantellina e col nero della coda. i suoi orecchioni sono bianchi marezzati di rosso. La cresta somiglia per foggia a quella del gallo che io stesso ora possiedo. La femminuccia invece mostra una piccola cresta, che non si capisce bene se sia  semplice o a rosa (ma la presenza di dentelli farebbe propendere per la prima ipotesi), barba e favoriti folti e una colorazione quasi del tutto bianca con sprazzi scuri su barba e mantellina.

Giovane pollastra di Boffa, anno 1997, foto Marco Bindocci.
Ma la foto più importante è forse la terza, che ci mostra il gallo con cui nei primi anni del 2000 venne tagliato il ceppo di boffa. l'animale presenta coda meno sviluppata forse della Boffa, colorazione rosso mogano con coda nera, assenza di barba, orecchioni rossi e cresta a rosa molto sviluppata. Ecco dunque spiegato da dove arrivano parte di queste caratteristiche che ancor oggi sono presenti come difetti nella razza. 

Insomma, ecco aggiunti degli importanti tasselli alla storia di questi affascinanti avicoli. Un grazie enorme a Marco per il suo aiuto, sperando che presto si possa parlare di una moderna selezione della Boffa più vicina alle caratteristiche un tempo note per la razza. 

Il gallo ibrido con cui venne tagliato il ceppo della Boffa. Fine anni '90, foto Marco Bindocci.

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venerdì 21 ottobre 2011

Il nostro pollaio - Autunno 2011

Ecco in un breve video quella che è la situazione del pollaio in questo autunno così altalenante. Si possono osservare vedere bene le Boffe nel loro nuovo ricovero, le Polverara, le anatre mute di Barberia e i tacchini. E' un piccolo viaggio virtuale nel mio allevamento, spero vi possa interessare. A presto!


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SUGGERIMENTI PER LETTURE "DA POLLAIO":

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sabato 24 settembre 2011

Il nuovo pollaio è pronto!

Il nuovo pollaio. Foto Andrea Mangoni.

Dopo mesi di lavoro e preparativi, il nuovo pollaio è quasi terminato e già ha iniziato ad accogliere i suoi primi ospiti! 

Il nuovo pollaio. Foto Andrea Mangoni.

Per la sua realizzazione ho deciso di utilizzare una casetta da giardino, che con qualche modifica si è prestata benissimo allo scopo. Il fondo è coperto da una lettiera di segatura e truciolo depolverato, e i posatoi sono stati mantenuti al momento bassi perché le boffe non sono - diciamocelo - particolarmente propense al volo e ad appollaiarsi troppo in alto. Il ricovero notturno ha base quadrata ed i suoi lati misurano 2,44 m, per un totale di  poco meno di 6 metri quadri di base, che possono accogliere in teoria circa 20-24 esemplari. 

Giovani di Boffa e Polverara nel nuovo pollaio. Foto A. Mangoni.

Al momento però sta servendo come sito di convalescenza per un paio di esemplari che erano stati messi a mal partito dai propri compagni, oltre che ospitare alcuni giovani di Boffa e Polverara in crescita. Presto arriveranno gli altri adulti e i giovani di quest'anno a popolarlo. 

Vecchi riproduttori e giovani promesse al pasto. Foto A. Mangoni.

Già, ma qual'è la situazione? I riproduttori si sono comportati bene, le femmine hanno deposto decentemente e tutte e sette sono diventate chiocce contemporaneamente. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è stato un vero guaio: gli animali infatti si sono azzuffati per i nidi presenti, che non potevano essere per motivi logistici più di cinque, e nel giro di pochi giorni hanno rovinato diverse covate. Dei giovani nati a inizio anno ho ora 6 esemplari, oltre a due che sono stati ceduti ad un allevatore padovano, e un'altra manciata di giovani di diverse età sta crescendo. Tra le pollastre dell'anno alcune hanno già iniziato a deporre, e una di loro fa delle uova molto chiare, quasi bianche! Un'ottima chance per la selezione della razza. Nella speranza che il prossimo anno porti con se maggiori soddisfazioni quantitative, presto inizierò a selezionare le prime galline e pollastre pronte per la cessione. 
Alla prossima!

Le Boffe nel recinto, sotto le vigne. Foto Andrea Mangoni.

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giovedì 26 maggio 2011

...Torniamo a fare il punto della situazione?

Gallo di Boffa. Foto di Andrea Mangoni.
Dopo mesi di silenzio, eccomi tornare a fare il punto della situazione sul progetto Boffa.
Diciamolo subito: è stato un inizio d'anno molto difficile, in quanto segnato per me da problemi familiari, lavorativi e di salute che mi hanno impedito di seguire i miei animali come avrei voluto. Comunque sia, ecco come stanno andando le cose ora.
Nella prima parte dell'anno ci sono state diverse covate andate a male; alla fine sono riuscito a salvare 9 pulcinotti, ora di età compresa tra i 2 ed i 3 mesi, 3 maschi e 6 femmine. Stanno crescendo abbastanza bene, alcuni sono decisamente robusti e promettono di arrivare ad una gran bella taglia. Un paio di esemplari mostrano una barba assai scarsa; vedremo se si tratta di un difetto reale o se è dovuto ad un impennamento tardivo. In ogni caso, entro breve inizierò a cedere qualche esemplare prelevato proprio da questo gruppo.

Pollastrini di Boffa. Foto di Andrea Mangoni.
Tre galline stanno attualmente ancora covando. Purtroppo, le chiocce di Boffa hanno rivelato un difetto piuttosto imbarazzante: sono troppo brave a fare il proprio lavoro, o meglio sono troppo devote. Non mangiano, non bevono, non defecano per giorni, pur di stare sulle uova... così alla fine scoppiano ed imbrattano di feci il nido, e le uova sporche finiscono col non schiudere più. La riprosta sarebbe semplice: un po' di moto forzato ogni giorno. Peccato che io non abbia modo di farglielo fare, adesso!
Chioccia di Boffa sul nido. Foto di Andrea Mangoni.

Una chioccia di Boffa è diventata mamma adottiva di una dozzina di pulcini nati qualche settimana fa in incubatrice: ci sono Polverara, incroci di Polverara e due pulcini di Boffa. E' bravissima, una mamma devota. Altrettanto brava una gallinella nana ibrida che ha fatto nascere un paio di giorni fa un piccolo di Boffa...

Chioccia di Boffa con pulcini adottivi. A sinistra, due pulcini di Boffa. Foto di Andrea Mangoni.
Per finire, uno dei due pulcini di Boffa che la chioccia sta allevando  si sta rivelando di colore bianco. Le remiganti per ora non mostrano quasi alcun segno di pigmentazione. Speriamo che se la cavi, sarei molto curioso di vedere come diventa e soprattutto di studiare la base genetica di questa colorazione!

Il pulcino bianco di Boffa. Foto di Andrea Mangoni.
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martedì 18 gennaio 2011

Nuovo video: sono nati i primi pulcini dell'anno!

Ieri, con mia grande gioia, sono nati i primi due pulcini dell'anno! Temevo il peggio, perché durante gli ultimi giorni di incubazione un guasto aveva privato l'incubatrice della corrente elettrica per oltre mezza giornata... Ma per fortuna almeno due uova su 4 fertili sono riuscite a schiudersi! I piccoli sono belli, e mostrano nel piumino della testa una caratteristica particolare: possiedono cioè una maculatura che ci aiuta a ricondurre la colorazione degli adulti alla livrea "lionata" così come l'aveva definita negli anni '30 del secolo scorso il Taibell. Si tratta di un ulteriore tassello che ci aiuta a capire il patrimonio genetico di questi animali. Intanto, ecco a voi i primi nati dell'anno!

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mercoledì 12 gennaio 2011

Nuovo video: la speratura delle uova.

Oggi volevo rispondere ad una domanda che molti che iniziano l'avventura dell'avicoltura mi hanno posto, ovverosia: è possibile  capire se un uovo sia stato fecondato o meno? Ecco un breve video che affronta questo argomento, entrando più nel dettaglio di una particolare tecnica detta speratura; le galline che si possono vedere all'inizio e alla fine del filmato sono proprio le nostre Boffe!


Ovviamente, non è possibile dal solo esame esterno di un uovo capire se sia stato fecondato o meno. Possiamo ragionevolmente prevedere che sia stato fecondato se la gallina che l'ha deposto era in un periodo fertile e nel contempo era presente un gallo nel pollaio, anch'esso in pieno periodo riproduttivo (quindi al di fuori dal periodo della muta). L'unico modo che abbiamo per averne la certezza è però quello di incubarlo e di procedere poi con un'operazione che si chiama speratura.

La speratura consiste  nel far passare un fascio di luce dal polo ottuso di un uovo, per illuminarne l'interno ed evidenziare la presenze eventuale dell'embrione. Esistono anche appositi strumenti chiamati sperauova, ma per un principiante una lampadina tascabile ed una stanza buia sono il metodo più pratico e semplice per approcciarsi alla speratura. Gli anziani contadini e gli allevatori esperti sono in grado anche di sperare le uova semplicemente posizionandole contro luce al sole e schermandole parzialmente con la mano, ma occorre effettivamente un po' di pratica per riuscirvi con altrettanto successo.

La speratura può esser resa più o meno difficile dal tipo di incubatrice che utilizziamo per le nostre uova. In quelle a cestello, le uova mantengono una posizione quasi verticale, che se da un lato si traduce in genere in una maggiore percentuale di schiusa dall'altro rende la speratura più complicata, in quanto a differenza delle incubatrici tradizionali (in cui l'uovo è posizionato orizzontalmente, e la forza di gravità fa posizionare l'embrione quasi sempre vicino al guscio rendendolo così più visibile) in quelle a cestello l'embrione si può posizionare semplicemente sotto la camera d'aria, anche distante dal guscio, su cui si possono notare al massimo poche venuzze. Per avere la certezza quindi dell'avvenuta fecondazione dovremo attendere in questo caso almeno 6-8 giorni prima di procedere con successo alla speratura.

All'atto pratico, un uovo non fecondato alla luce della lampada appare completamente chiaro e trasparente; si fatica anche a distinguere la camera d'aria, in alto sul polo ottuso. Un uovo fecondato di circa 6-7 giorni mostra nel polo ottuso ben chiara la camera d'aria, e sotto si possono notare un'intrico di vene con evidente una macchia più scura, l'embrione, che tende a muoversi assecondando le oscillazioni dell'uovo se lo facciamo ondeggiare. Dopo invece due settimane l'uovo fecondato si presenta completamente scuro perchè l'embrione lo ha oramai occupato del tutto, crescendo; si può solo vedere la camera d'aria, molto chiaramente, che tenderà ad aumentare le proprie dimensioni dal 18° giorno in poi.

Nelle uova a guscio bianco la speratura si può effettuare già al 4° giorno con un certo successo; in quelle a guscio rosato o marrone, a partire invece dal 6°-8° giorno. E' buona norma poi ripeterla verso il 16°-18° giorno, per controllare lo sviluppo dell'embrione ed eliminare quelle uova in cui l'embrione è nel frattempo morto.
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